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Viaggiare oggi

  • Immagine del redattore: Giramondo
    Giramondo
  • 22 gen 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Diversi sono i modi attraverso i quali è possibile distinguere l’idea del viaggio e, più in generale, l’idea di turismo, ma la conclusione a cui è inevitabile giungere a seguito di un’attenta riflessione, è certamente l’idea secondo la quale non bastano semplici definizioni a definire davvero ciò che rappresenta il turismo nel mondo di oggi. Se in passato si trattava di una prerogativa esclusiva di una determinata nicchia sociale, caratterizzata da aspetti specifici, oggi non è possibile parlarne utilizzando gli stessi termini. Al giorno d’oggi si tratta di un fenomeno diversificato e fortemente ampliato in massa, che scandisce l’esistenza di persone e popoli che di esso vivono, di esso godono nelle sue forme più svariate. Ciò che è ancor più certo, è il senso di responsabilizzazione che si è diffuso negli ultimi decenni tra coloro che viaggiano e coloro che vivono di turismo, una maturità culturale che fa sì che viaggiare non sia più solo un’esperienza di piacere e divertimento, ma anche – ancora una volta – di apprendimento, di assorbimento di usi e costumi di un determinato luogo e di una specifica cultura. Alla base di tutto vi è il rispetto per la natura, per il luogo che si sta visitando e per le persone che ne scandiscono le tradizioni. Sempre più si parla e si sente parlare di turismo sostenibile o turismo responsabile, una forma di turismo alternativa, opposta alla classica e più diffusa forma di turismo di massa, su cui, però, le definizioni sono molteplici e non sempre concordanti. Secondo la prima International Conference on Responsible Tourism in Destinations, tenutasi a Cape Town nel 2002, le diverse forme di turismo responsabile hanno in comune il desiderio di minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente e sulla cultura locale, di creare vantaggi per la popolazione locale, di coinvolgere tale popolazione nelle decisioni che influenzano la loro esistenza, di offrire ai turisti un contatto più intenso con le persone del luogo e una maggiore comprensione nei confronti delle culture ospitanti e dei problemi ambientali. Dunque, si può dire che il turismo responsabile o sostenibile sia molto vicino all’ecoturismo, ovvero una forma di turismo che si preoccupi di preservare la natura e il pianeta attraverso l’utilizzo di risorse ed energie alternative, la riduzione dei consumi energetici, l’utilizzo di prodotto per lo più biologici, possibilmente prodotto nelle vicinanze, la gestione dei rifiuti nel modo più ecologico in termini di raccolta, compostaggio e riciclaggio. Talora si sovrappone a esso in quanto si definisce come il «turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture» (Associazione Italiana Turismo Responsabile). Una differenza si riscontra, tuttavia, nella relazione tra turista e ambiente, mentre il turismo responsabile viene presentato come un modo etico di fare turismo.


«Responsabile si definisce il turista che si interessa alle ricadute del proprio comportamento e che ispira il proprio modo di viaggiare a principi di giustizia sociale ed economica, nella consapevolezza che il patrimonio umano, culturale e ambientale di ogni Paese debba essere rispettato e salvaguardato.» (Daverio e Meriani, 2011).


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© 2019 by DEBEMA.

Desirée Giusa,

Benedetta Lo Monaco,

Marzia Vaccaro.

Creato e prodotto con Wix.com

CATANIA, Sicily.

Università degli Studi di Catania,

CdL in Formazione di operatori turistici.

A.A. 2018/2019

debemainfo@gmail.com

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